sabato 26 marzo 2011

Incongruenze

Le persone sono cieche talvolta, e restano cieche nella loro convinzione anche quando la verità viene sbattuta loro con violenza davanti agli occhi.
I miei a quanto pare riconducono le colpe del mio essere "problematica" alle mie cattive compagnie. Peccato che non risulti loro chiaro che le uniche volte in cui mi sento da schifo, depressa e irascibile sono i momenti solitamente passati tra le mura domestiche. 
Quando sto con la mia amica non sento alcun bisogno di vomitare. O pensare a cosa sto ingurgitando. 
Riesco a sentirmi quasi normale. Ma anche lei ha problemi di questo genere, forse per questo siamo così affini. 
Ognuna di noi due rispetta lo spazio dell'altra, ma interiormente capisce la sofferenza altrui così simile alla propria che ci lega. 
I miei genitori tentano di invadere rumorosamente e pretenziosamente la mia intimità, i miei pensieri, il mio spazio: ma il loro è il desiderio di avere il controllo, di fare in modo e assicurarsi che ciascuno senta ciò che è previsto che senta. Perché nella mia famiglia non ci si può sentire diversi, o arrabbiati o in disaccordo. No, questo rovina l'idea che si sono fatti e che perciò corrisponde al giusto. Non c'è il diverso, ma solo lo sbagliato.
Io non ho mai detto quello che penso, non amo parlare di me stessa, men che meno con loro. Soprattutto con loro.
E molto spesso mi odio. Perché non riesco ad arrivare a quegli ideali che si prefiggono per me, non sono all'altezza della loro aspettativa, non riesco a sopportare il peso della pressione che ne deriva.
I miei nervi non si sono temprati con il tempo: sono il risultato di 17 anni di delusione. 
Fragile, isterica, soggetta facilmente a crisi d'ansia.

giovedì 24 marzo 2011

Follies..

Periodo di sfollo. 
Non lo so. Forse perché la primavera è nell'aria o per altre stupidaggini simili.
In realtà se devo essere sincera è molto piacevole. Tutte le mattine dal mio banco posso vedere il pesco dei giardini accanto alla mia scuola fiorire lentamente e stagliarsi contro il cielo, superbo. 
La primavera mi confonde. Non so se sentirmi felice perché la natura attorno a me rinasce o malinconica perché io non posso fare altrettanto, anzi, io sto andando in letargo.
In questi giorni non mi riconosco quasi: la ragazza isterica che vomitava dopo ogni pasto e studiava come una disperata, nutrita dalla caffeina è quasi scomparsa. Sono apatica. 
Non mi alzo più alle due del mattino per ripassare. E nemmeno ne ho voglia. I miei voti stanno subendo un rapido declino, ma il mio lato perfezionista non ha ancora protestato per questo cambiamento.
Mangio. Mangio tantissimo. E non me ne capacito. Solo che non ne posso fare a meno: ho degli attacchi di fame improvvisi e fortissimi (l'altra mattina ho mangiato da sola 4 filoni di pan dolce all'uvetta, e purtroppo li ho tenuti nello stomaco), ma non riesco a vomitare. Mi fa male lo stomaco. 
Credo di essere pazza. O forse la mia è solo un'altra scusa. 

martedì 22 marzo 2011

Good may come from evil: I'm still waiting.

Da quanto non scrivi? troppo.
Sei felice di ricominciare? Ne ho bisogno.
Vomito? ancora.
Spesso? Non quanto prima.
Genitori? Silenzio codardo.
Perso peso? Sì, non so nemmeno io come.
Adesso come stai? Vorrei scomparire.
Un mese e nulla è cambiato. Pensavo che l'incidente del mese scorso avrebbe segnato una svolta nella ia vita. Ho passato notti insonni a cercare di capire come affrontarli. Ma lo scontro non è avvenuto. 
Penso che siano convinti che smetterò da sola di farmi del male. Oppure hanno già rinunciato: ricordo che mio padre quando ero piccola dopo tre o quattro rimproveri mi lasciava abbuffare in pace, perdendo ogni speranza di fronte alla mia testardaggine. 
E in fondo sono sempre io, quella piccola bambina che si abbuffava e cercava nel pezzo di pane qualcosa che nemmeno lei sapeva cosa fosse, ma di cui aveva un bisogno disperato. La piccola bambina adesso usa altri metodi però. 
Sempre io, con troppi chili di troppo,qualche delusione in più da sopportare e l'ossessione per la magrezza.