venerdì 15 febbraio 2013

Disperazione

Vorrei piangere fiumi di lacrime: mi sono pesata e ho preso due kg.
Non so se riuscite a capire, io sono isterica adesso, frustrata oltre ogni limite. Due kg.
Io me lo sentivo che stavo ingrassando di nuovo, ma avevo troppa paura di leggere il peso sulla bilancia. Oggi pomeriggio ho avuto il coraggio di salirci sopra.
Voglio farmi del male: perché è tutta colpa mia, sono io l'artefice della mia rovina, io sono la grassona che non è riuscita a controllarsi. Sono in paranoia: ora vorrei solo prendere un paio di forbici e conficcarmele nel braccio, o tagliarmi e punirmi.
Perché ho rovinato di nuovo tutto? Non so se riuscite a capirmi, ma ho faticato tanto per perder peso di nuovo e ora mi ritrovo ingrassata e non posso cambiare subito tutto. Ci vorranno almeno altre due settimane per riperdere quello che ho preso.
Sono due kg ma per me rappresentano tutto quello contro cui lotto quotidianamente: la mia sconfitta personale.
Sono troppo depressa non riesco ad articolare nemmeno un post decente. Sono ossessionata dal mio aumento di peso adesso. E quello che mi fa stare male ora più che mai è che non posso farci nulla: devo tenermeli addosso questi kg schifosi, tutti li vedranno, vedranno quanto sono grassa.


domenica 20 gennaio 2013

Io voglio urlare.

Io voglio urlare e distruggere tutto. Voglio fare a mio padre lo stesso male che lui riesce a fare a me.
Perché deve essere così cattivo? Perché io ci tengo ancora al fatto che lui sia fiero di me?
E' impossibile, lui non sarà mai felice per me, devo mettermelo in questa stupida testa che troverà sempre un difetto, una pecca, una mancanza, un'imprecisione, per quanto piccola sia, in quello che faccio.
Lui vive per questo: per criticare chi gli sta attorno. Si gonfia delle sue opinioni e il resto è nullità.
Io sono nullità.
Senza il suo aiuto non riuscirò mai a fare nulla secondo lui. Da sola non so muovermi, sbaglio continuamente: perciò è fondamentale che mi corregga sempre, che debba sempre dirmi come farebbe lui al mio posto e come farebbe meglio di me.
Io sono stanca di dipendere da lui e di sentirmi rinfacciare che non sono abbastanza rispetto a quello che lui mi dà.
Sono stanca di torturarmi mentalmente e fisicamente ogni volta che non ottengo la perfezione, perché so già che lui lo noterà e penserà che ha sprecato tempo e denaro.
Sono stanca.  Stanca che le uniche domande che mi vengano fatte sono "Hai studiato oggi?", "Quanto?", "Sei sicura di aver fatto abbastanza?".
Ieri ho ascoltato una conversazione con mia madre: parlavano del mio futuro. Di tutto quello che hanno speso perché frequentassi l'università. E lui ha detto delle parole che mi rimarranno per sempre nella testa: "Lascia stare, stiamo solo perdendo tempo, non studia abbastanza, non mette impegno.. Vedrai che adesso prende le prime canate agli esami..".
Lui è già convinto in partenza che io fallirò. E non sarò abbastanza agli esami. Io secondo lui non riuscirò a passarli. Per questo ora sono terrorizzata dall'idea di non riuscire a prendere il massimo e confermare tutto quello che lui pensa di me.
E nonostante questo non posso decidere di prepararli con più calma. Perché allora sono una che non prende sul serio le cose e che fa solo perdere tanti soldi.
Io devo dare gli esami e devo anche prendere il massimo, ma tanto è già deciso a prescindere che fallirò. Mi viene tanto da piangere. Vorrei sparire per sempre.

domenica 13 gennaio 2013

Arrabbiata.

Al momento non so con chi essere più arrabbiata per l'aumento di peso. Se con me stessa, il mio corpo orribile, la mia debole forza di volontà, oppure con la causa dell'aumento: le persone che mi fanno stare male.
La settimana scorsa pesavo 2 kg in meno. Il ciclo mi è arrivato in ritardo di 10 giorni, non riesco più ad andare in bagno e in più mangio. Mangio verdure e pesce perché sono a casa, non ho più lezioni. Addio autonomia. Addio settimane di digiuno.
E torno a vivere con i miei. Odio questa situazione. Li amo e vorrei la loro approvazione, ma sono giunta alla terribile conclusione che io sto bene solo quando sono lontana da loro e dalle loro pretese, giudizi, aspettative.
Il pensiero di ingrassare mi sta facendo impazzire, mi vedo grossa come una balena, gonfia, orribile in poche parole. 
Per questo sto progettando con cura le mie giornate in modo da poter saltare più pasti possibile e poter stare fuori casa, dove nessuno mi tormenta.
Non voglio tornare come prima, non voglio tornare come prima. Non. Voglio.
Io non tornerò come prima. E non vomiterò più. 
Voglio sentire la fame e sapere di poterla ignorare. Per la settimana prossima li perdo quei chili, fosse l'ultima cosa che faccio.


sabato 1 dicembre 2012

Mi sembra di vivere fuori tempo. Quasi come se fossi al di fuori della vita e potessi guardare le altre persone tutte intente nelle loro occupazioni, piene di impegni, mentre io non so cosa farò l'ora successiva.
Non so che giorno è, che ore sono, non mi interessa.
Sono priva di qualsiasi voglia di studiare. Non mi interessa, sono stanca di fare la studentessa modello, anche se presto ritornerà il mio angosciante senso del dovere e allora mi ammazzerò di studio, passando notti insonni, come l'anno scorso.
L'unica costante è il pensiero di dimagrire ogni giorno di più. Non sono mai stata così determinata, nemmeno quando tutto questo è iniziato.
E ci sto riuscendo. Questo mi rende euforica. E triste: perché mi rendo conto che sono ridotta solo a questo. Ossessionata solo dal pensiero di essere più magra.
Con la mia amica non ho più parlato. Mi manca immensamente, ma temo che non riallacceremo più i rapporti.
Oggi sono quasi scoppiata in lacrime, perché una frase del mio maestro mi ha ricordato tanto mio padre e le sue costanti pressioni: "Non fare la bambina capricciosa. Fai quello che ti si dice e basta, non ci vuole molto."
Invece per me ci vuole moltissimo: una sofferenza immensa, dover nascondere questo dolore opprimente, cancellare qualsiasi mia volontà, obbligata a fare, come un burattino.
Ancora una volta mi annullo per diventare marionetta nelle mani di altri.
E il terrore di non essere all'altezza delle aspettative. Il terrore del giudizio.
Ho rivisto nella mia testa tutte le volte in cui mio padre ha pronunciato queste parole e mi sono sentita morire.

venerdì 23 novembre 2012

Comin' Back

Fa uno strano effetto leggere la data del mio ultimo post.
Un anno fa. E poi sono sparita nel vortice della maturità, dei test di ingresso, della bulimia.
Sto da schifo. Probabilmente è per questo che sento bisogno di scrivere: per fare chiarezza.
Ho perso sei chili in un mese di università. E ho allontanato la mia migliore amica.
Con lei stavo peggio che mai, non so perché. Quando tornavo a casa dalle nostre uscite mi sentivo male dall'angoscia: lei è bellissima, molto carismatica, osannata da tutti per aspetto e intelligenza.
Sentire lei e altre mie amiche commentare le ragazze tra gli amici di facebook, dicendo quanto sono grasse e brutte è stato il colpo finale.
Le ho detto che non volevo vederla per un po'. Perché io sono una di quelle ragazze grasse. Sono come loro e questo è quello che pensa di me e che non ha cuore di dirmi.
E mi sento sempre peggio, tanto che ho ripreso i digiuni, e mi sono tagliata di nuovo.
Il problema è che la mia amica mi manca ma non voglio tornare in questa situazione: quella in cui io sono lo zerbino a sua disposizione, che deve organizzarsi in funzione dei suoi impegni e delle sue necessità.
L'unica volta che l'ho chiamata disperata dopo una lite con i miei e ho vomitato l'anima, non mi ha risposto. Perché era stanca e aveva da studiare. Nonostante le avessi detto che stavo da cani.
Mi manca, ma non so se mi manca l'essere utile e considerata da qualcuno in realtà.
Sono confusa e non so cosa dirle.
Anche oggi l'ho rivista dopo un mese e mezzo che non le parlo e in tutta risposta è uscita a prendersi un caffè con un'altra dicendo che tornava per parlare con me dopo un'ora. Ho aspettato per due ore e mezza e poi me ne sono andata. Mi sento sola come un cane.

venerdì 30 settembre 2011

Depression

Se potessi mi prenderei a schiaffi da sola.
8 chili. 8 chili. 8 chili il risultato della mia orribile estate. 
Vorrei urlare dalla disperazione. Come è possibile che io mi sia ridotta così?!?!?!?! Mi hanno tolto la bilancia per un mese e mezzo e come risultato ora sono una balena.
Ieri non mi si allacciavano i jeans che a inizio giugno mi andavano larghi, così come una delle mie cinture preferite. Ho davvero toccato il fondo credo.
Eppure correvo ogni giorno, mi imbottivo di pillole, non mangiavo altro che verdure.
La mia amica C sostiene che sia per l'organismo sballato. Io penso semplicemente che sono una fallita. E la colpa di questo fallimento principalmente è mia.
Sono una palla. Giuro che tutto questo cambierà.

mercoledì 22 giugno 2011

I might be Crazy.

Ogni volta che visito i miei blog preferiti mi ripropongo di scrivere qualcosa. Ma in effetti lascio sempre che la pigrizia abbia la meglio.
Sono stanca. Ma sto meglio. Nel senso sbagliato.
Dovrei stare meglio perché ho smesso di vomitare (autoconvincimento derivato dal fatto che l'ultima corsa in bagno è avvenuta due settimane fa), meglio perché mangio regolarmente.
E invece non mangio. E sto meglio.
Ma la cosa più triste e sbagliata è che sto meglio perché sono lontana da casa. Sono via da una settimana e mezza e mi sento felice. Non mi manca la mia famiglia e parlare per pochi minuti al telefono con loro mi sembra un supplizio eterno. In un certo senso mi sento sollevata.
Ho perso tutti quei chili che mi avevano fatto riprendere i miei il mese scorso. 
E stavolta temo che non mi fermerò. Sono stanca di fermarmi e non arrivare mai in fondo.
Ti fermi un attimo e la felicità scivola via, sempre più lontana.