Io voglio urlare e distruggere tutto. Voglio fare a mio padre lo stesso male che lui riesce a fare a me.
Perché deve essere così cattivo? Perché io ci tengo ancora al fatto che lui sia fiero di me?
E' impossibile, lui non sarà mai felice per me, devo mettermelo in questa stupida testa che troverà sempre un difetto, una pecca, una mancanza, un'imprecisione, per quanto piccola sia, in quello che faccio.
Lui vive per questo: per criticare chi gli sta attorno. Si gonfia delle sue opinioni e il resto è nullità.
Io sono nullità.
Senza il suo aiuto non riuscirò mai a fare nulla secondo lui. Da sola non so muovermi, sbaglio continuamente: perciò è fondamentale che mi corregga sempre, che debba sempre dirmi come farebbe lui al mio posto e come farebbe meglio di me.
Io sono stanca di dipendere da lui e di sentirmi rinfacciare che non sono abbastanza rispetto a quello che lui mi dà.
Sono stanca di torturarmi mentalmente e fisicamente ogni volta che non ottengo la perfezione, perché so già che lui lo noterà e penserà che ha sprecato tempo e denaro.
Sono stanca. Stanca che le uniche domande che mi vengano fatte sono "Hai studiato oggi?", "Quanto?", "Sei sicura di aver fatto abbastanza?".
Ieri ho ascoltato una conversazione con mia madre: parlavano del mio futuro. Di tutto quello che hanno speso perché frequentassi l'università. E lui ha detto delle parole che mi rimarranno per sempre nella testa: "Lascia stare, stiamo solo perdendo tempo, non studia abbastanza, non mette impegno.. Vedrai che adesso prende le prime canate agli esami..".
Lui è già convinto in partenza che io fallirò. E non sarò abbastanza agli esami. Io secondo lui non riuscirò a passarli. Per questo ora sono terrorizzata dall'idea di non riuscire a prendere il massimo e confermare tutto quello che lui pensa di me.
E nonostante questo non posso decidere di prepararli con più calma. Perché allora sono una che non prende sul serio le cose e che fa solo perdere tanti soldi.
Io devo dare gli esami e devo anche prendere il massimo, ma tanto è già deciso a prescindere che fallirò. Mi viene tanto da piangere. Vorrei sparire per sempre.
domenica 20 gennaio 2013
domenica 13 gennaio 2013
Arrabbiata.
Al momento non so con chi essere più arrabbiata per l'aumento di peso. Se con me stessa, il mio corpo orribile, la mia debole forza di volontà, oppure con la causa dell'aumento: le persone che mi fanno stare male.
La settimana scorsa pesavo 2 kg in meno. Il ciclo mi è arrivato in ritardo di 10 giorni, non riesco più ad andare in bagno e in più mangio. Mangio verdure e pesce perché sono a casa, non ho più lezioni. Addio autonomia. Addio settimane di digiuno.
E torno a vivere con i miei. Odio questa situazione. Li amo e vorrei la loro approvazione, ma sono giunta alla terribile conclusione che io sto bene solo quando sono lontana da loro e dalle loro pretese, giudizi, aspettative.
Il pensiero di ingrassare mi sta facendo impazzire, mi vedo grossa come una balena, gonfia, orribile in poche parole.
Per questo sto progettando con cura le mie giornate in modo da poter saltare più pasti possibile e poter stare fuori casa, dove nessuno mi tormenta.
Non voglio tornare come prima, non voglio tornare come prima. Non. Voglio.
Io non tornerò come prima. E non vomiterò più.
Voglio sentire la fame e sapere di poterla ignorare. Per la settimana prossima li perdo quei chili, fosse l'ultima cosa che faccio.
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