sabato 1 dicembre 2012

Mi sembra di vivere fuori tempo. Quasi come se fossi al di fuori della vita e potessi guardare le altre persone tutte intente nelle loro occupazioni, piene di impegni, mentre io non so cosa farò l'ora successiva.
Non so che giorno è, che ore sono, non mi interessa.
Sono priva di qualsiasi voglia di studiare. Non mi interessa, sono stanca di fare la studentessa modello, anche se presto ritornerà il mio angosciante senso del dovere e allora mi ammazzerò di studio, passando notti insonni, come l'anno scorso.
L'unica costante è il pensiero di dimagrire ogni giorno di più. Non sono mai stata così determinata, nemmeno quando tutto questo è iniziato.
E ci sto riuscendo. Questo mi rende euforica. E triste: perché mi rendo conto che sono ridotta solo a questo. Ossessionata solo dal pensiero di essere più magra.
Con la mia amica non ho più parlato. Mi manca immensamente, ma temo che non riallacceremo più i rapporti.
Oggi sono quasi scoppiata in lacrime, perché una frase del mio maestro mi ha ricordato tanto mio padre e le sue costanti pressioni: "Non fare la bambina capricciosa. Fai quello che ti si dice e basta, non ci vuole molto."
Invece per me ci vuole moltissimo: una sofferenza immensa, dover nascondere questo dolore opprimente, cancellare qualsiasi mia volontà, obbligata a fare, come un burattino.
Ancora una volta mi annullo per diventare marionetta nelle mani di altri.
E il terrore di non essere all'altezza delle aspettative. Il terrore del giudizio.
Ho rivisto nella mia testa tutte le volte in cui mio padre ha pronunciato queste parole e mi sono sentita morire.