sabato 1 dicembre 2012

Mi sembra di vivere fuori tempo. Quasi come se fossi al di fuori della vita e potessi guardare le altre persone tutte intente nelle loro occupazioni, piene di impegni, mentre io non so cosa farò l'ora successiva.
Non so che giorno è, che ore sono, non mi interessa.
Sono priva di qualsiasi voglia di studiare. Non mi interessa, sono stanca di fare la studentessa modello, anche se presto ritornerà il mio angosciante senso del dovere e allora mi ammazzerò di studio, passando notti insonni, come l'anno scorso.
L'unica costante è il pensiero di dimagrire ogni giorno di più. Non sono mai stata così determinata, nemmeno quando tutto questo è iniziato.
E ci sto riuscendo. Questo mi rende euforica. E triste: perché mi rendo conto che sono ridotta solo a questo. Ossessionata solo dal pensiero di essere più magra.
Con la mia amica non ho più parlato. Mi manca immensamente, ma temo che non riallacceremo più i rapporti.
Oggi sono quasi scoppiata in lacrime, perché una frase del mio maestro mi ha ricordato tanto mio padre e le sue costanti pressioni: "Non fare la bambina capricciosa. Fai quello che ti si dice e basta, non ci vuole molto."
Invece per me ci vuole moltissimo: una sofferenza immensa, dover nascondere questo dolore opprimente, cancellare qualsiasi mia volontà, obbligata a fare, come un burattino.
Ancora una volta mi annullo per diventare marionetta nelle mani di altri.
E il terrore di non essere all'altezza delle aspettative. Il terrore del giudizio.
Ho rivisto nella mia testa tutte le volte in cui mio padre ha pronunciato queste parole e mi sono sentita morire.

venerdì 23 novembre 2012

Comin' Back

Fa uno strano effetto leggere la data del mio ultimo post.
Un anno fa. E poi sono sparita nel vortice della maturità, dei test di ingresso, della bulimia.
Sto da schifo. Probabilmente è per questo che sento bisogno di scrivere: per fare chiarezza.
Ho perso sei chili in un mese di università. E ho allontanato la mia migliore amica.
Con lei stavo peggio che mai, non so perché. Quando tornavo a casa dalle nostre uscite mi sentivo male dall'angoscia: lei è bellissima, molto carismatica, osannata da tutti per aspetto e intelligenza.
Sentire lei e altre mie amiche commentare le ragazze tra gli amici di facebook, dicendo quanto sono grasse e brutte è stato il colpo finale.
Le ho detto che non volevo vederla per un po'. Perché io sono una di quelle ragazze grasse. Sono come loro e questo è quello che pensa di me e che non ha cuore di dirmi.
E mi sento sempre peggio, tanto che ho ripreso i digiuni, e mi sono tagliata di nuovo.
Il problema è che la mia amica mi manca ma non voglio tornare in questa situazione: quella in cui io sono lo zerbino a sua disposizione, che deve organizzarsi in funzione dei suoi impegni e delle sue necessità.
L'unica volta che l'ho chiamata disperata dopo una lite con i miei e ho vomitato l'anima, non mi ha risposto. Perché era stanca e aveva da studiare. Nonostante le avessi detto che stavo da cani.
Mi manca, ma non so se mi manca l'essere utile e considerata da qualcuno in realtà.
Sono confusa e non so cosa dirle.
Anche oggi l'ho rivista dopo un mese e mezzo che non le parlo e in tutta risposta è uscita a prendersi un caffè con un'altra dicendo che tornava per parlare con me dopo un'ora. Ho aspettato per due ore e mezza e poi me ne sono andata. Mi sento sola come un cane.